Sono i più piccoli della nostra Scuola Calcio. Parliamo del gruppo PICCOLI AMICI 2017-’18, che si è avvicinato per la prima volta in questa stagione al mondo del calcio e ha scelto di farlo con i nostri colori. Affidati a EDOARDO VAGLINI e MANOLO BONI, gli oltre 20 baby calciatori che da settembre hanno iniziato a formare questo gruppo sono cresciuti tanto sotto tutti gli aspetti e, soprattutto, non perdono occasione per divertirsi insieme. Così, questa settimana abbiamo deciso di dedicare a loro il FOCUS sulla nostra Scuola Calcio, scambiando due chiacchiere proprio con EDOARDO VAGLINI.
Cosa significa allenare bambini così piccoli che si avvicinano al mondo del calcio?
“Allenare i bambini di questa età è una specie di vocazione, loro non sono per tutti, o ce l’hai dentro o non ce l’hai, il nostro ruolo è quello di farli divertire e farli appassionare il più possibile a questa disciplina, oltre che insegnare loro come ci si comporta tra amici, compagni ed avversari”.
Quale è l’aspetto più difficile e la soddisfazione più grande?
“L’aspetto più difficile è sicuramente mantenere alta la concentrazione del bambino, cerchiamo sempre di azzerare i tempi morti sia durante gli allenamenti che durante le partite, stimolando quando possibile la massima attenzione. La soddisfazione più grande è invece sicuramente quella di vederli saltare e sorridere alla fine delle partite, indipendentemente dal risultato”.
Come ti stai trovando con Manolo nell’organizzazione del lavoro?
“Su Manolo potrei dire tante cose, ci conosciamo da tanto ma collaboriamo strettamente da poco meno di un anno, che dire, più di un “collaboratore” posso dire di aver trovato un amico nonostante la differenza di età. Ci confrontiamo sempre su tutto e prendiamo spunto l’un dall’altro dalle nostre parti migliori. In poche parole ci divertiamo”.
Descrivi con tre aggettivi il vostro gruppo…
“Sono stravaganti, allegri e spensierati”.
Il momento più bello di questa stagione finora?
“Ci sono tanti momenti belli ai quali abbiamo preso parte durante la stagione, ricordo bene il primo gol di ogni singolo bambino e la sua faccia dopo averlo messo a referto, ricordo anche con molto piacere il primo allenamento che ho fatto io con alcuni bambini, a Monteboro insieme ai ragazzi della Scuola Calcio dell’Empoli. Sono esperienze che ti rimangono impresse”.
C’è qualche aneddoto carino capitato in allenamento o alle partite, da raccontare?
“Di aneddoti carini ne succedono a bizzeffe durante gli allenamenti, ricordarli tutti sarebbe impossibile, cito questo: eravamo a giocare uno dei nostri primi playmore, un bambino mi disse: “mister ma se faccio gol posso esultare come fa messi?”. Io inconsciamente pensando all’esultanza del fenomeno argentino risposi prontamente “ma certo!”. Il bambino fece gol si tolse la maglietta e mostro a tutta la tribuna con orgoglio la maglietta con il numero 10, non ti sto neanche a dire che tutti i presenti si misero a ridere genuinamente”.
Com’è l’ambiente Montelupo?
“Credo sia uno dei più sereni in cui stare, lavoriamo tutti con estrema tranquillità e ci diamo mano anche con gli istruttori delle altre categorie, ogni mese ci ritroviamo tutti per mangiare una pizza e aggiornarci sull’andamento della stagione e per darci consigli a vicenda… devo aggiungere altro?”
E il rapporto con il responsabile Grazzini?
“Mattia è il nostro punto di riferimento, personalmente ci conosciamo da quando io giocavo nei pulcini, ed è stato lui a farmi entrare ormai 5 anni fa come istruttore nella Scuola Calcio, gli sono e gli sarò sempre riconoscente per questa opportunità e per come ci mette in condizione di lavorare”.
Più difficile relazionarsi con i bambini o con i genitori?
“Sono due mondi totalmente diversi, con il bambino devi essere attento al minimo dettaglio di ogni parola che dici, percepiscono tutto e replicano ciò che vedono, ci vuole tanto tatto con loro. Con i genitori invece è tutta questione di tempo, inizialmente sono sempre diffidenti, ma poi se riesci a entrare nella loro fiducia hai fatto bingo, io ho la fortuna di avere un gruppo di genitori molto tranquillo che non si intromette nella nostra mansione, cosa che, purtroppo, non è scontata”.
L’obiettivo di questa seconda parte di stagione?
“L’obiettivo che ci siamo posti a inizio anno è stato quello di crescere un gruppo di ragazzi prima che calciatori, abbiamo sempre lavorato insegnando loro il rispetto verso gli altri che deve essere alla base di ogni rapporto, poi essendo il primo anno avevamo 22 bambini in prova, mentre il numero di tesserati di adesso se non ricordo male è di 23 bambini, sicché direi che fino ad ora tanto male non abbiamo lavorato (sorride). Continueremo su questa linea fino alla fine della stagione per poi tirare le somme”.