Torniamo a dare uno sguardo alle novità di quest’anno per quanto riguarda i vari staff tecnici delle varie annate. Stavolta però non parliamo di un volto nuovo, ma di un tecnico già presente all’interno della nostra famiglia amaranto, ma spostato a guidare un’altra categoria. Si tratta di TOMMASO SABATINI, che nella stagione in corsa si sta prendendo cura della crescita del gruppo nato nel 2010, che si affaccia per la prima volta al calcio a 11. Ecco la chiacchierata che abbiamo fatto.
Come giudici questi primi mesi di attività?
“Sono stati buoni, abbiamo lavorato bene per creare una linea comunicativa comune fra me e il gruppo. Dobbiamo comunque continuare a innalzare sempre più il livello degli allenamenti, perché le performance sono là che si costruiscono”.
Facciamo un passo indietro, in estate ti è stato affidato il gruppo 2010, come ti sei avvicinato a questa nuova esperienza?
“Conoscevo la categoria perché negli anni in cui ero a Milano per lavoro ho allenato sempre i Giovanissimi B, quindi questo cambiamento l’ho vissuto bene anche se la voglia di fare un campionato regionale è tanta, spero di farli proprio con i 2010 visto che con i 2007 l’opportunità è sfumata”.
Come cambia l’approccio di lavoro con bambini che sono al loro primo anno a 11?
“I primi mesi di un campionato a 11 sono quelli della transizione che ovviamente comporta in qualche ragazzo più difficoltà di adattamento. Tocca a me essere bravo nel fornire loro i mezzi per uscire dalle difficoltà che si possono presentare durante una partita”.
Che gruppo hai trovato e dove ti ha maggiormente sorpreso?
“Ho trovato un bel gruppo, sono contento della squadra che ho. Ad ogni allenamento siamo sempre tutti presenti e il livello è sempre più alto. Non potevo desiderare di meglio. Vedo nei ragazzi la voglia di migliorarsi e tanto agonismo durante la settimana”.
Raccontaci un aneddoto simpatico…
“Il giovedì facciamo sempre la partitella dove c’è un’intensità fuori dal normale, volano le scarpate, non vuole perdere nessuno perché chi perde lava le casacche (sorride). A fine partita negli spogliatoi poi, come è giusto che sia finisce tutto e si scherza tutti insieme, però in campo c’è la “guerra”, ve lo giuro (sorride)”.
Uno dei tuoi ragazzi, Cambini, ha vinto il premio interno come miglior giocatore di ottobre, sei contento?
“Si sono molto contento, se lo merita questo riconoscimento anche perché è un talento puro. Lui sa dove deve migliorare per diventare un giocatore completo a 360 gradi, ma il tempo è dalla sua parte”.