Nuovo appuntamento con i nostri focus settimanali su un personaggio o una squadra del mondo amaranto. Questa volta ci siamo concentrati sugli Esordienti a 9 II Anno e per analizzare la stagione e conoscere meglio il gruppo abbiamo fatto quattro chiacchiere con l’allenatore Michele Forciniti.
Un altro anno sui campi, quali sono ogni volta gli stimoli che aiutano a ripartire?
«Sicuramente la passione e l’amore per il calcio la farà sempre da padrone, senza tralasciare il bel rapporto con staff e gli altri allenatori del Montelupo con cui abbiamo un ottimo rapporto, e la passione che i nostri ragazzi mettono ad ogni allenamento e alle partite».
Come giudichi quanto fatto finora dal tuo gruppo?
«Piccola premessa: quest’anno la società ha ritenuto opportuno dividere la squadra in due gruppi separati, scelta che condividiamo in pieno. Noi siamo un po’ indietro e abbiamo ragazzi che hanno iniziato quest’anno, ma non possiamo che essere soddisfatti di quanto fatto finora, perché tutti si impegnano al massimo, e pace se i risultati non sono sempre quelli sperati».
Definiscilo con tre aggettivi…
«Unici, costanti, affiatati».
Sotto quali aspetti sono cresciuto di più i bambini?
«Più che cresciuti direi che si impegnano per giocare come una squadra e non sfilacciati, cercando di riportate in campo quello che viene proposto loro in allenamento».
C’è qualcosa in cui invece ti fanno perdere un po’ la pazienza?
«Se si perde la pazienza, significa che forse è il momento di prendersi una pausa, diciamo che a volte quando cala l’attenzione oppure impiegano più del dovuto a risistemare il materiale un po’ ci arrabbiamo».
Nel vostro gruppo c’è anche una bambina, com’è il rapporto con i compagni maschietti?
«Sofia è la nostra principessa, è ben voluta da tutti e nelle pause degli allenamenti viene trattata come tale. In allenamento o partita invece non si nota la differenza di sesso ed è considerata come un qualsiasi giocatore».
Cambia qualcosa per un tecnico nell’allenare un gruppo misto?
«Assolutamente niente, non è la prima volta che alleno una ragazzina ma Sofia come Sabrina non hanno mai creato problemi o manifestato insofferenze di alcun tipo, sicuramente il merito di tutto questo va attribuito ai compagni bravissimi che giocavano e giocano con loro».
C’è qualche aneddoto da raccontare sul gruppo?
«Ne voglio raccontare tre perché’ penso che diano una dimensione reale di questo bel gruppo. Il primo è che i ragazzi hanno votato capitano, vice e vice del vice; poi un mercoledì nonostante a Empoli ci fosse la sfida di serie A tra gli azzurri e l’Inter i ragazzi hanno preferito fare regolarmente allenamento piuttosto che andare a vedere la partita. Infine stiamo imparando una canzone che canteremo negli spogliatoi dopo le partite, sono stonatissimi (sorride)».
Cosa ti aspetti da questa seconda parte di stagione?
«Il nostro obiettivo, prefissato da settembre e che continueremo a perseguire fino alla fine è quello di aspettarci da loro un miglioramento continuo anche piccolo, non cerchiamo vittorie ma buone prestazioni affinché a fine partita nessuno abbia dei rimpianti. Ci auguriamo inoltre che possano migliorare a tal punto da essere chiamati con l’altra squadra (noi non la chiamiamo la prima)».
Com’è fare l’istruttore a Montelupo?
«Abbiamo un buon centro sportivo, ci sono ottimi allenatori e una società presente che, per quanto riguarda la scuola calcio, ha delle pretese condivise, tranne la vittoria a tutti i costi. Personalmente mi trovo bene e sono in ottimi rapporti anche con gli altri allenatori, alcuni dei quali sono carissimi amici. Il mio auspicio è che si possa un giorno parlare del Montelupo come la terza società di Firenze. Vorrei finire ringraziando i miei cinque collaboratori Manolo Boni, con cui lavoro da anni e che oltre ad essere un ottimo allenatore è anche un caro amico; Bruno Esposito, un giocatore degli Juniores educato e molto rispettoso che ho richiesto personalmente; Mazzantini, Aprile e Francioni i dirigenti efficientissimi, disponibili e bravissimi».